O terceiro e o triângulo conflitivo: o mediador, o conciliador, o juiz e o árbitro

Fabiana Marion Spengler

PREFÁCIO

Figura emblematica quella del terzo: attraversa tutta la cultura occidentale, ne segna le tappe. In controluce è la sonda potente che misura l’intero edificio delle istituzioni giuridico politiche, fino a determinare il senso complessivo della communitas e delle sue forme.

Da molti punti di vista si può affermare che in esso si condensano successi e insuccessi del sistema giuridico politico e chi volesse trovarne una prova dovrebbe rileggere la possente costruzione hobbesiana della fondazione dello stato moderno. L’artificio del terzo, perché di questo si tratta, nasconde cogenti esigenze di regolazione del sistema sociale; elabora ogni figura di con-flitto, lo neutralizza nelle varie forme in cui esso si presenta. Necessità e impossibilità nello stesso momento segnano la sua storia e i suoi tentativi di universalizzarsi. Se il giudice da una parte e il sovrano dall’altra sono la sua concretizzazione più sensibile, o almeno il suo tentativo, ci sono esperienze della vita di comunità in cui esso è assente o terribilmente informe. Si pensi alle relazioni internazionali o alle relazioni affettive, sessuali, o ai conflitti generazionali. Le domande sono pressanti: chi è il terzo del mondo, o del sesso, o delle generazioni?

Il mondo greco conosceva i dissoi logoi, i discorsi che non potevano avere una conciliazione. La storia del pensiero occidentale ha costruito sempre, dappertutto, e forse troppo, figure del terzo, fino a sperimentare quella che ho chiamato “la malattia del terzo”. Questa malattia hegeliana, che è fondata sulla necessità perenne della riconciliazione, finisce per essere l’artificio più grande e racconta di una sorta di “tribunalizzazione della storia” inevitabile quanto impossibile.

Intorno alla figura del terzo, dunque, si svolgono partite importanti che hanno a che fare con le antropologie, ma anche con la bassa cucina delle agende dell’ordine del giorno.

Il libro di Fabiana Marion Spengler, studiosa attenta del conflitto e della riconciliazione, mette bene a fuoco queste tematiche. Partendo dai presupposti teorici, Fabiana esamina le diverse figure del terzo, le scompone e le ricompone come in un meccanismo prismatico. Ne esamina successi e insuccessi, potenzialità e inganni, il più tipico dei quali è quello legato alla figura del mediatore. Studiosa acuta della mediazione Fabiana sa che il mediatore non può e non deve essere Fabiana Marion Spengler 10 terzo; se il giudice è “né questo né quello” il mediatore deve essere nello stesso tempo “questo e quello”. Deve essere non astrazione, ma figura concreta della comunità, dentro di essa e tra i confliggenti. A raccontarlo, scrive Fabiana, è un po’ il senso semantico della mediazione e della radice linguistica del suo nome (med). La confusione della politica istituzionale che caratterizza le istituzioni contemporanee nasce indubbiamente dal deficit teorico che tante volte abbiamo denunciato.

Il lavoro acuto svolto da sulla figura del terzo è un tentativo molto serio di cominciare a colmare questo deficit. Questo libro, inoltre, mi è particolarmente caro perché nasce dalle nostre comuni discussioni romane e dai suggerimenti reciproci che sono nati durante il soggiorno di Fabiana presso la mia cattedra di Filosofia del diritto. Si tratta allora di un libro da raccomandare vivamente al lettore per la sua profondità teorica e per i suggerimenti di politica istituzionale che il testo indica con grande lucidità.

Eligio Resta

Ano de lançamento

2018

Autoria

Fabiana Marion Spengler

ISBN [e-book]

978-85-7993-593-0

Número de páginas

131

Formato